Si trova già in Italia, in una località segreta e sotto le cure del personale del ministero dell'Interno, Abdul Rahman, il cittadino afgano convertito al cristianesimo che rischiava la morte ne suo Paese con l'accusa di apostasia dalla fede islamica.
Rahman, secondo quanto ha riferito il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, si trova già dalla scorsa notte nel nostro Paese, al quale ha chiesto ufficialmente asilo politico. Il Consiglio dei Ministri ha deciso oggi all'unanimità di sostenere la proposta del vicepresidente Gianfranco Fini, che si era fatto promotore dell’accoglienza del 41enne convertito. «Siamo lieti di accogliere una persona che ha avuto un grande coraggio», ha dichiarato il presidente Berlusconi. Soddisfazione per la decisione del governo è stata espressa anche dal presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, secondo il quale «il Consiglio dei Ministri ha fatto un gesto importante per i cristiani perseguitati nel mondo». In Europa, intanto, anche la Germania si era dichiarata pronta ad accogliere il 41enne converto al cristianesimo.
Il Parlamento di Kabul ha invece deplorato la scarcerazione di Rahman. In una mozione approvata all'unanimità dopo due ore di dibattito, l'assemblea ha denunciato la decisione della magistratura di rimettere l'uomo in libertà e ha esortato la promulgazione di un esplicito divieto di lasciare l'Afghanistan a carico di Rahman che, si legge nel testo, non deve poter «scappare» impunemente. Il divieto, però, non è stato rispettato, e il convertito afgano potrà esercitare, per il momento, la sua libertà di culto in Itali
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