Il 19 marzo del 2002 un viaggiatore come tanti scende dal treno.
E' la stazione di Bologna. Il suo treno arriva da Modena.Sono passate da poco le 20 . Il viaggiatore, un professore universitario prende la sua bicicletta posteggiata nei pressi della stazione e ricomincia il percorso che lo porterà a casa. Ma non sa che in quel momento una persona avverte i suoi complici dei suoi movimenti. Il professore è pedinato, è pedinato da più di un anno e lui ha richiesto un aiuto al Presidente della Camera, ai prefetti e al Ministero del Lavoro. Il professore si avvia verso casa. Il professore è davanti al portone. Sono le 20 e 10 Appoggia la bicicletta al muro e si avvicina al portone. Ma davanti al portone, lo attendono almeno tre persone: una è a viso scoperto, due indossano caschi integrali. Cinque colpi, il professore cade, il killer si avvicina al professore e spara il colpo di grazia.
Ma chi è questo professore fino ad allora sconosciuto alla pubblica opinione? E' il professore Biagi, giuslavorista, giornalista del Sole24Ore,consulente di diversi ministri del Lavoro ( e al momento consulenti del ministro Maroni e del sottosegretario Sacconi) , padre del Libro Bianco sul Lavoro del Governo Berlusconi ma anche tra gli autori del Patto sul Lavoro dei governi del centrosinistra (insieme a D'Antona).
E' l'ennesima vittima delle BR legata al mondo del lavoro. Nella loro storia le BR hanno colpito sindacalisti, dirigenti, industriali. E tre anni prima hanno ucciso Massimo D'Antona.
E le BR lo rivendicano:
"Il giorno 19 marzo 2002 a Bologna, un nucleo armato della nostra Organizzazione, ha giustiziato Marco Biagi consulente del ministro del lavoro Maroni, ideatore e promotore delle linee e delle formulazioni legislative di un progetto di rimodellazione della regolazione dello sfruttamento del lavoro salariato, e di ridefinizione tanto delle relazioni neocorporative tra Esecutivo, Confindustria e Sindacato confederale, quanto della funzione della negoziazione neocorporativa in rapporto al nuovo modello di democrazia rappresentativa.
Con questa azione combattente le Brigate Rosse attaccano la progettualità politica della frazione dominante della borghesia imperialista nostrana per la quale l'accentramento dei poteri nell'Esecutivo, il neocorporativismo, l'alternanza tra coalizioni di governo incentrate sugli interessi della borghesia imperialista e il "federalismo" costituiscono le condizioni per governare la crisi e il conflitto di classe in questa fase storica segnata dalla stagnazione economica e dalla guerra imperialista". E dopo l'analisi, le BR rivendicano il loro ruolo attivo:
"Compito di una forza rivoluzionaria come le Brigate Rosse è attaccare questa progettualità e così incidere nello scontro politico tra le classi, in funzione di una linea di combattimento che in questa fase della guerra di classe deve riferirsi a obiettivi rivolti a produrre disarticolazione politica dello Stato e in cui si sostanzia l'agire da partito per costruire il Partito".
E la colpa del professore è quella di avere collaborato a un progetto di riforma "L'azione dell'Esecutivo con il Libro Bianco, le deleghe e lo Statuto dei lavori è tesa a realizzare un progetto di riforma a carattere complessivo che collegata a quella sulla previdenza, e alla prevista attribuzione del tfr dei nuovi assunti alla previdenza integrativa, realizza quello 'scambio' tra tfr e competitività da tempo richiesto dai padroni".
Questa è la descrizione lunga del blog chiamato 'Blog A'.
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