È il 29 aprile 1990. Il Napoli batte la Lazio al San Paolo con un colpo di testa di Baroni e vince il secondo scudetto. Da quel 29 aprile sono trascorsi esattamente quindici anni. Di quel Napoli non esistono che immagini e splendidi ricordi. In un progressivo ridimensionamento, quel club è passato dalla vendita dei gioielli di famiglia (Ferrara, Zola e Cannavaro) al fallimento. Da quel 29 aprile, Napoli non ha più vissuto giorni di festa: solo la conquista della Supercoppa italiana contro la Juventus, quattro mesi dopo; la qualificazione in coppa Uefa con Lippi, nel 1994, ed il ritorno in serie A nel 2000 con Novellino. Obiettivi di volta in volta sempre meno prestigiosi a dimostrazione di una mortificante descalation. «Solo quindici anni fa... Eppure mi sembra un secolo - osserva Corrado Ferlaino -. Fu un giorno bellissimo. Oggi, provo rabbia nel vedere il Napoli in C. Colpa del Palazzo che ha usato due pesi e due misure: per il Napoli non è stata trovata una soluzione come poi è successo con la Lazio. Auguro al Napoli di rivivere quanto prima un 29 aprile 1990». Al fianco di Ferlaino, due preziosi collaboratori: Luciano Moggi e Giorgio Perinetti. «Quel trionfo rappresenta uno dei miei successi più belli - dice Moggi -. Bello per la vittoria e bello per l’atmosfera che si respirò in città prima e dopo l’evento. Napoli riavrà una squadra all’altezza del suo passato grazie ad Aurelio De Laurentiis». Dai protagonisti fuori del campo, a quelli che furono definiti gli «eroi azzurri»: si imposero al fianco di Maradona e Careca. Alla guida di quel Napoli ci fu Albertino Bigon. «Quel 29 aprile rimarrà una data indelebile della mia vita - ricorda il tecnico -. I tifosi ci scortarono da Soccavo sino al San Paolo: un tripudio, qualcosa di esaltante. Solo Napoli è in grado di regalare certe emozioni. Dopo la vittoria, vi rimasi per un’altra decina di giorni: impossibile camminare in città. Abbracci, pacche sulle spalle, autografi. Una generosità ed un affetto ineguagliabili». Ferrara e Zola, ovviamente dopo Maradona e Careca, furono tra i principali protagonisti di quella meravigliosa avventura. «Il Napoli confermò la striscia positiva: scudetto del 1987, poi, un secondo posto, Coppa Uefa nel 1989, bis tricolore nel 1990. Fummo simpatici a tutti quando vincemmo il primo scudetto, un po’ meno in occasione del secondo. Alcuni giorni fa, Galliani ha parlato di scudetto rubato: gli rode ancora quella sconfitta. Dopo quanto accadde ad Alemao a Bergamo, il Milan fece cambiare il regolamento sulla sconfitta a tavolino». Zola si tuffa nel passato: «Vivessi cento anni, non dimenticherei quel giorno. Il gol di Baroni, i cori, la festa finale con il San Paolo a urlare la sua gioia. Emozioni uniche che solo Napoli sa regalarti. Galliani ha detto che fu uno scudetto rubato? A distanza di anni gli brucia ancora quella sconfitta. Auguro ai napoletani di poter rivedere quanto prima la loro squadra a grandissimi livelli». Baroni e Corradini in poche parole condensano i loro meravigliosi ricordi. «Il mio fu il gol della vittoria, fu il gol-scudetto - dice Baroni - Sono orgoglioso di aver fatto parte di quel Napoli». «Era un Napoli fortissimo - afferma Corradini -. Quel 29 aprile ha rappresentato uno dei giorni più felici della mia vita». VITTORIO RAIO, Il Mattino, 29 aprile 2005
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